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Installation view with Indiana's bronze AMOR sculpture and his painting Leaves

KvF XI (Hartley Elegy) (1989–94), on display in Robert Indiana: The Sweet Mystery, Procuratie Vecchie, Venice. Photo: Marco Cappelletti; Artwork: © Morgan Art Foundation Ltd./Artists Rights Society (ARS), NY 

Qualche anno fa occupandomi del celeberrimo “Orinatoio” di Duchamp, il cui originale è oggi visibile soltanto nella fotografia che nel 1917 gli fece Alfred Stieglitz, mi resi conto che il dipinto che fa da sfondo al “sanitario” era portatore di significati “occulti” e appresi che era stato eseguito qualche anno prima da un pittore, Marsden Hartley, per celebrare la memoria di un ufficiale prussiano, Karl von Freyburg, morto quasi subito nella Grande Guerra, col quale il pittore intrattenne una relazione sentimentale. Hartley, nato nel Maine e morto a sessantasei anni nel 1943, fu l’artista che influenzò inizialmente Jackson Pollock; durante un’estate degli anni Trenta aveva soggiornato sull’isola di Vinalhaven, al largo della costa del Maine, dove dal 1978 si trasferirà, per il resto della vita, anche l’artista Robert Indiana. Ispirandosi al “mandala” che ricorre nei dipinti di Hartley, dove si vede la croce di ferro attribuita a von Freyburg, Indiana – esponente di spicco del pop americano – dedicò un ciclo di diciotto dipinti, Hartley Elegies, eseguiti tra il 1989 e il 1994, dove oltre agli elementi astratti di Hartley aggiunse toponimi e date che si legavano anche all’ufficiale prussiano, come nella tela KvF XI esposta alle Procuratie Vecchie fino al 24 novembre nella ampia retrospettiva a lui dedicata col titolo The Sweet Mystery, a cura di Matthew Lyons e organizzata da Yorkshire Sculpture Park.